Claudio Alario

Marco Sara
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Claudio Alario

Se pensiamo al vino è possibile che uno dei primi luoghi che ci vengano in mente siano le Langhe. Ed è qui che mi dirigo per una nuova degustazione, una nuova avventura. Decido di visitare la cantina di Claudio Alario, a Diano d’Alba, nel cuore delle Langhe Piemontesi.

Questa volta ho due accompagnatori d’eccezione. Vito e Loris sono miei soci e amici da sempre. Con loro ho gestito per un po’ di anni il locale Spaziomusica a Pavia, ma per limiti di impegni personali e lavorativi, abbiamo dovuto terminare la collaborazione. Ed è proprio nel momento che abbiamo pensato alla degustazione  

© Claudio Alario

La cantina di Claudio Alario si trova sotto una casa costruita alla fine degli anni ’80. Nel 2012 è stata ampliata raggiungendo la dimensione di circa mille metri quadrati. L’azienda è a conduzione familiare; oltre a Claudio ci sono la moglie Fiorella e i figli Matteo e Francesco. Ognuno ha un ruolo preciso e una grande passione per il proprio lavoro. Devo ammettere che in realtà questa non è la mia prima visita alla cantina di Claudio Alario. Ho già visitato diverse volte la cantina accompagnato dai diversi componenti della famiglia.

Questa volta a farci da guida, in maniera impeccabile, è Francesco. Prima ci mostra la cantina che rispecchia impeccabilmente il carattere deciso del capo famiglia: ordinatissima, con barriques distribuite e accatastate in modo funzionale. Nulla è fuori posto e tutto è perfettamente pulito. Dopo ci mostra la vigna, che non è da meno. Claudio è un gran lavoratore e non lascia nulla al caso. È per questo che riesce sempre ad ottenere il massimo dai suoi vini.

© Claudio Alario

Produce solamente vini rossi: tre prodotti con uve Dolcetto, tre provenienti da Nebbiolo e uno ottenuto da Barbera.

La degustazione inizia con un Dolcetto di Diano d’Alba Sorì Montagrillo DOCG 2017 e a seguire ci vengono versati il Dolcetto di Diano d’Alba Sorì Costa Fiore DOCG 2017, un Dolcetto di Diano d’Alba Superiore Sorì Pradurent DOCG 2017, un Barbera d’Alba Valletta DOC 2016 e un Nebbiolo d’Alba il Cascinotto DOC 2016. La degustazione si conclude poi con due Barolo: prima il Sorano, ottenuto dalle vigne del cru Serralunga, e infine il Riva Rocca dal cru di Verduno.

I vini di Claudio Alario non deludono mai e così questa degustazione. Inoltre, io e i miei compagni non avremmo potuto scegliere vini migliori per terminare la collaborazione lavorativa che ci ha accompagnato fino a quel momento. Nelle tappe importanti della vita, infatti, è importante avere un vino da abbinare e noi, grazie a Claudio e al suo Barolo, l’abbiamo trovato.

La cantina di Claudio Alario è una delle otto attività vinicole presentate nel mio nuovo libro “Viti parallele” in uscita il 10 giugno per Blonk editore. Nel romanzo potrete trovare l’esperienza completa e qualche impressione a caldo sui vini degustati.