L’Oltrepò pavese con le sue minuscoli frazioni che circondano paesini è un luogo magico per una degustazione. Canneto Pavese, uno dei tanti paesini, sorge tra il torrente Versa e lo Scuropasso. Non è molto lontano da Pavia, ma, credetemi, sembra di stare in un posto incontaminato lontano chilometri e chilometri.
Questa non è stata una degustazione programmata, anzi. Insieme ad Ezio, amico che, purtroppo, se n’è andato troppo presto, avevamo deciso di fare un giro nei dintorni di Canneto Pavese e, quasi per caso, ci imbattiamo in un casale in ristrutturazione. Appena entrati nel cortile vediamo Giorgio, il proprietario, su una scala intento ad appendere una tenda.
Definire Giorgio Mercandelli un figlio d’arte sarebbe riduttivo. L’impresa di famiglia, l’Azienda Cabanon, è stata la prima cantina biologica italiana e tutt’oggi produce ottimi vini da cui Giorgio, però, si è staccato. Ha deciso, infatti, di abbracciare la filosofia del vino biotico che gli permette di realizzare il suo sogno: preservare l’eternità nel gusto del presente. Mentre ci racconta tutto ciò passeggiamo tra le sue viti, sei ettari di proprietà, che non pota, non concima, non dirada e su cui non effettua trattamenti. Sono vitigni vecchi, strappati al bosco che provengono da un’inattività di almeno 10 anni.
Vino alchemico. Così definisce il suo vino che, inoltre, dà nome anche alla cantina: Cantina Alchemica per l’appunto. Per crearlo bisogna che fermenti per lungo tempo. La fermentazione, come spiega Giorgio, è un processo di trasformazione che estrae la memoria del vigneto che poi trasmette attraverso il vino creato con quelle uve.
Mentre passeggiamo tra i vigneti con una pendenza non indifferente, incontriamo Sonia, la compagna di Giorgio che ci invita a pranzo. Entriamo in casa e rimaniamo colpiti dai diversi ambienti e soprattutto dal pozzo (coperto da una grata e profondo circa 100 metri) che si trova in una delle stanze. Prima di mangiare parliamo di filosofia biotica e cantina alchemica e Giorgio ci confida anche che il pozzo e la sua profondità sono fonte d’ispirazione per lui.
Inizia la degustazione. I vini degustati sono A, E, I, O, U, M e poi il Lanthano bianco e Lanthano rosso. Tutti i vini, come detto prima, hanno un processo di fermentazione lunghissimo in cui si distrugge il frutto. Successivamente si imbottiglia un liquido inodore e insapore. Per ultimo viene affinato per 5 anni in bottiglia e lì recupera tutto quello che ha perso durante il processo di fermentazione.
Mentre degustiamo Sonia riempie la tavola di prelibatezze naturali con gusti e sapori ormai dimenticati e la degustazione procede nel migliore dei modi. Difficile descrivere a pieno questo vino che, una volta assaggiato, distrugge tutti i preconcetti costruiti in precedenza. E difficile dimenticare questa giornata e, ovviamente, Ezio.
La cantina Alchemica di Giorgio Mercandelli è una delle otto attività vinicole presentate nel mio nuovo libro “Viti parallele” uscito il 10 giugno per Blonk editore. Nel romanzo potrete trovare l’esperienza completa e qualche impressione a caldo sui vini degustati.