Giovanni Daglio

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Giovanni Daglio

La degustazione fatta alla cantina di Giovanni Daglio ha una storia tutta particolare. Impossibile non raccontarla.

Conosco la cantina di Giovanni per caso all’Autochtona di Bolzano, una fiera riservata ai produttori di vini autoctoni. In quell’occasione non conosco direttamente Giovanni, ma il suo vino. Quello che degusto mi folgora, letteralmente. Così sulla strada di ritorno chiamo immediatamente la cantina per fissare un appuntamento per una degustazione che viene stabilito per la settimana successiva. Decido di farmi accompagnare da Giorgio, amico di vecchia data e sommelier FISAR che era con me all’Autochtona. Ad essere sinceri è lui che, dopo aver assaggiato per primo il vino di Daglio, ha detto “questo dobbiamo assolutamente andarlo a trovare”

La cantina di Giovanni Daglio si trova nella valle dell’Ossona a Costa Vescovato, un paesino dei Colli Tortonesi, una piccola aera vinicola che non arriva a duemila ettari vitati.

© Giovanni Daglio

Appena arriviamo alla tenuta Giovanni ci saluta calorosamente.
Subito dopo le presentazioni ci dice di salire sulla sua jeep Suzuki e ci porta a vedere i suoi 10 ettari di vigne. Mentre percorriamo i suoi vigneti ce li descrive con passione e sentimento mostrandoci anche i filari migliori. Prima di andare a degustare ci fermiamo qualche istante su una panchina che Giovanni ha installato nel punto più panoramico della sua tenuta. Lì inizia a raccontare della sua vita e soprattuto del momento in cui ha deciso di interrompere il lavoro del vignaiolo per andare a studiare medicina a Genova. Alla fine, però, il richiamo della vite e della vigna erano troppo forti. Così, nella prima metà degli anni ’80 prende in gestione l’azienda di famiglia e le vigne coltivate prima dal nonno e dal padre.

Arriva il momento della degustazione e ci rechiamo in cantina, una struttura creata nel 1978, che potrebbe essere definita “spartana”: due muri con mattoni a vista e due muri intonacati. Ma non per questo può essere definita trasandata, anzi.

© Giovanni Daglio

La degustazione inizia con un Timorasso DOC Cantico 2014, lo stesso vino degustato all’Autochtona, prosegue con un Vigna del Re 2016 e una Basinas (Barbera) del 2013. Mentre degustiamo questi vini il tavolo si riempie mano a mano di salumi, formaggi e un cestino di focaccia. Concludiamo la degustazione nel migliore dei modi: sul tavolo vengono portate torte casalinghe che accompagniamo con un Negher, una vendemmia tardiva di Moscato Nero.

Giunge il momento di salutarci, ma io e Giorgio sappiamo che torneremo presto.
Nel corso degli anni siamo tornati diverse volte e abbiamo notato numerosi cambiamenti. Quelli più consistenti riguardano la struttura della cantina di cui la maggiore artefice è Italia, la compagna di Giovanni. Oltre ad aver smussato il carattere del vignaioloi ha deciso di proseguire il progetto dell’ospitalità in cantina accompagnando le degustazioni con prelibatezze della trazione culinaria locale.

La cantina di Giovanni Daglio è una delle otto attività vinicole presentate nel mio nuovo libro “Viti parallele” uscito il 10 giugno per Blonk editore. Nel romanzo potrete trovare l’esperienza completa e qualche impressione a caldo sui vini degustati.